Mr Robot. Who is he? / Who Am I? Mr Robot

whoami1“Chi tardi arriva, male alloggia” recita il detto, una verità che oggi assume notevole importanza anche nelle questioni di entertainment. Tuttavia, quando si parla di intrattenimento, lo scopo di una buona tempistica non è tanto l’occupazione di un alloggio fisico ottimale, come suggerisce il detto – o meglio, è anche questo, ma solo secondariamente – bensì la conquista, nell’ordine di accumulo presso l’immaginario collettivo, di un primato. Non si sfrutta il tempo per ottenere il posto migliore, ma si sfrutta lo spazio per ottenere il record migliore. E’ ciò che accade oggi attraverso le vie d’accesso che offre la rete, grazie alle quali è possibile percorrere enormi distanze, superando ogni ostacolo (fisico, burocratico, linguistico, legale…), in brevissimo tempo. Perché la verità è che, se di spazio ce n’è per tutti, sono solo i primi a ottenere la possibilità di alloggiare sereni. Certamente gli spazi tradizionali di diffusione occupano ancora un ruolo rilevante e la sala cinematografica, il canale televisivo e il supporto fisico mantengono un certo potere di colonizzazione dei pubblici restando canali importanti della distribuzione. Tuttavia è negli spazi più accessibili della rete che si disputa la vera gara, dove alla diffusione intensiva corrisponde una diversa percezione dell’originalità, sempre più rara e preziosa, raffinata dal vertiginoso traffico della produzione culturale tout court.

Per comprendere tali cambiamenti e tali rinnovati rapporti tra i tempi e gli spazi di diffusione dei prodotti d’intrattenimento, può tornare utile mettere a confronto due creazioni piuttosto simili e abbastanza recenti: il film Who Am I – Kein System ist sicher (Baran bo Odar, 2014) e la serie televisiva Mr Robot (Sam Esmail, 2015-). Entrambi si offrono come mezzi ideali per rivelare gli squilibri esistenti tra tempistiche di diffusione, spazi di diffusione e modalità di diffusione. Who Am I e Mr Robot si diffondono in ambienti diversi e sono stati pensati e realizzati per diffusioni diverse – uno è un lungometraggio e l’altro è un prodotto seriale – trasmettendo già a livello intrinseco, narrazioni, estetiche e suggestioni distinte. Se la durata del primo è di un paio d’ore, quella del secondo è di una decina di ore spalmate in otto settimane. All’interno dello spazio virtuale e illegale – che poi è quello che si sta prendendo in considerazione – Who Am I e Mr Robot accedono, però, secondo le stesse modalità stabilite dalle distribuzioni ufficiali. Solitamente il film entra nel circuito della diffusione illegale dopo l’uscita in sala o in home video (in questo caso dal 25 settembre 2014), mentre gli episodi del prodotto seriale ricalcano, in differita, il palinsesto del network televisivo d’appartenenza (dal 24 giugno 2015). Quindi, se i tempi di ricezione dei due prodotti non cambiano rispetto alla tradizionale esperienza “legale”, sembra che per guadagnare consensi, in questo caso, sia determinante la velocità di accesso alla rete.

whoami2Il rapporto tra Who Am I e Mr Robot è emblematico non solo perché i due prodotti condividono il genere, le tematiche e, in parte, gli sviluppi narrativi, ma perché entrambi si trovano a occupare lo spazio virtuale e illegale quasi in simultanea. Probabilmente ciò è accaduto perché, pur essendo uscito prima ed essendo un film, Who Am I è un prodotto tedesco di nicchia che ha richiesto tempi di traduzione e distribuzione di cui, Mr Robot, prodotto commerciale statunitense, non ha avuto bisogno. Pertanto, a influire in maniera importante sull’affermazione del prodotto è stato, è e sarà l’ordine della visione, che decreterà la novità, l’originalità e la forza dell’uno rispetto all’altro. In parole povere, quello che rappresenterà lo spoiler per l’altro.

Who am I racconta le vicissitudini di Benjamin, un giovane solitario e introverso che si nasconde tra il cappuccio nero di una felpa e la darknet. Le cose cambiano quando Ben fa la conoscenza di un trio di spavaldi hacker – o meglio, script kiddie –  con i quali sembra trovare una dimensione sociale, limando a poco a poco la sua timidezza. Con il trio fonda il CLAY, un gruppo sovversivo che, tra innocue hack-bravate e autentico terrorismo informatico, tenta di destare la curiosità del mitico e idolatrato MrX, l’hacker più quotato della piazza virtuale. Who am I è un cyber-thriller in cui, al netto di qualche ingenuità compositiva (la messa in scena, in più di un’occasione, risulta didascalica), riesce a sostenere una certa suspense e a giocarsi bene il colpo di scena finale articolando ingegnosamente alcuni ben noti cliché cinematografici.

In maniera distinta ma affine, Mr Robot racconta la storia di Elliot, un giovane ingegnere informatico che sfrutta le sue conoscenze per difendersi dal mondo e assecondare le sue idiosincrasie. Dopo esser stato reclutato da Mr Robot, un cyber-anarchico a capo della Fsociety, Elliot sarà costretto a rivedere le proprie abitudini, le proprie dipendenze e le proprie credenze.

whoami3Se Who am I sfrutta la social engineering – sia sul piano diegetico sia a livello metatestuale – per eludere le certezze del pubblico, Mr Robot preferisce dedicarsi all’impatto che la social engineering ha sulle vite dei protagonisti. Di conseguenza, se il cortocircuito tra le informazioni possedute dagli osservati (i personaggi) e dagli osservatori (gli spettatori) in Who am I produce straniamento, astrazione e un’efficace metafora sull’illusorietà della realtà offline; Mr Robot, al contrario, sfrutta le backdoor di sistema per accedere agli esseri umani e svelarne i lati più oscuri e profondi.

Mr Robot sopperisce alla naturale diluizione di genere – imposta dalla struttura seriale – allestendo e approfondendo gli aspetti concentrati e/o marginalizzati nel lungometraggio. Si tratta di tutto ciò che interessa l’introspezione dei personaggi e i rapporti che essi intrattengono tra loro (oltre le esigenze “di genere”). In questo modo, mentre la serie risulta più debole sul piano del ritmo e della “tenuta atmosferica”, a giovarne sono la credibilità dell’universo e la varietà speculativa. Confezionano il tutto l’accurata messa in scena e il cast di volti nuovi e interessanti.

whoami4Le cose, tuttavia, potrebbero apparire diverse a seconda di quale prodotto si fruisca per primo. La visione anticipata di Who am I potrebbe minare l’interesse per Mr Robot, ad esempio, rendendo del tutto ridicola e ridondante la “sceneggiata” del personaggio di Christian Slater, in maniera tale da smorzare il già debole clima cospirativo della serie. Al contrario, fruendo prima Mr Robot, Who am I potrebbe veder compromesso il suo riuscito twist ending, risultando in parte banale e privo di contenuti. Insomma, l’una o l’altra visione tenderebbero ad amplificare i difetti dell’audiovisivo visto in seconda battuta, svalutando i prodotti.

Per ora, comunque, si tratta solo di ipotesi. Mr Robot non è ancora giunto al termine e, anche se è già possibile rinvenire in certe anomalie della messa in scena eventuali imminenti rivelazioni (sfruttate già in Who am I), non è detto che il cliffhanger di fine stagione ricalchi la soluzione finale adottata dal film tedesco. Nel caso in cui non lo facesse, d’altra parte, risulterebbe forse come il peggior allestimento di un colpo di scena, sempre se negli ultimi vent’anni non si è stati in coma, perché in quel caso… Stay tuned.

Le repliche sono terminate.